a
Milano
Esposizione 1906 - Inaugurazioneeggiato
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In questi giorni si è parlato con insistenza
di come le Provincie italiane hanno
recentemente allestito il proprio stand
all’Expo di Milano 2015: bene o male, non
spetta a noi giudicare. Tuttavia, andando
alla ricerca di fatti e personaggi di un
tempo mi sono imbattuto in un avvenimento
analogo che ha avuto luogo sempre a Milano,
ma ben 109 anni fa. Si tratta
dell’Esposizione Internazionale di Milano
del 1906 dove anche il Sud Tirolo, partecipò
nel contesto più ampio dello stand dedicato
all’Austria. Il tema della grande
manifestazione fu quello dei trasporti per
celebrare l’impresa del Traforo del Sempione
inaugurato l’anno prima. Per l’esposizione
furono investiti 13milioni di lire. Le
nazioni partecipanti furono 40, gli
espositori 35.000, i visitatori furono
stimati in più di 5 milioni, una cifra
record per l'epoca. L'immagine simbolo
dell'esposizione, realizzata da Leopoldo
Metlicovitz, celebrava l'apertura del
traforo del Sempione. La Squilla,
settimanale cattolico del Trentino (Sud
Tirolo) così scriveva il 3 maggio 1906.
«Sabato si inaugurò a Milano l’Esposizione
Internazionale. Vi intervennero il Re, la
Regina e molti ministri. Indescrivibili le
festività dell’occasione. Erano
rappresentate tutte le Nazioni che
concorsero alla Esposizione. Innumerevoli i
discorsi recitati. I Reali furono fatti
segno a speciali e imponenti manifestazioni.
Nel solo giorno di sabato entrarono
all’Esposizione più di 20.000 persone. Il Re
Vittorio Emanuele III era accompagnato dalla
Regina Elena in visita all'Esposizione. |
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Parliamo un po’
della sezione dell’Austria. L’edificio raffigura una
stazione ferroviaria al completo. Da un cortiletto
quadrilatero si accede alle varie salette riservate alla
Società pel movimento dei forestieri la quale illustra i
paesaggi della bassa Austria con una infinità di quadri,
fotografie, impressioni panoramiche e studi vari.
Interessantissima la sala del Tirolo colle vedute alpine e i
paesaggi ridenti. Le sale della Boemia sono naturalmente
dedicate all’industria del vetro. Nell’area verde alle
spalle del Castello Sforzesco, ora parco Sempione, furono
realizzati i diversi padiglioni tematici. Per il
finanziamento fu attuato un piano originale: i mezzi
sarebbero stati raccolti in parte mediante pubblica
sottoscrizione di azioni rimborsabili a fine della
manifestazione. La popolazione rispose, come sempre,
generosamente, talché a pochi giorni dall’inaugurazione la
somma sottoscritta toccava la cifra, enorme per quegli anni,
di sei milioni
Esposizione Austriaca
Ma la parte
principale della mostra austriaca (che occupa 16.280 mq. ed
è la più vasta dopo quella francese) è costituita dai mezzi
di trasporto terrestri. E’ questa la più grande esposizione
ferroviaria che l’Austria abbia fatto ed è riuscita davvero
per la varietà, la ricchezza, la perfezione dei carri
ferroviari e delle locomotive allineate sotto l’ampia
tettoia sui binari che raggiungono complessivamente oltre
1.000 metri di lunghezza.». La folla accorse numerosa: al
Parco Aerostatico, alla mostra aeronautica, al padiglione
russo dove lo zar Nicola promuoveva le imperiali fabbriche
di porcellane. Tutt’attorno era un fiorire di bazar, empori,
chioschi, locande e ristoranti. L’indotto, diremmo noi.
Molti padiglioni stranieri attiravano i visitatori offrendo
assaggi e degustazioni dei loro prodotti tipici. Per la
prima volta fu possibile gustare a Milano le raffinatezze
della cucina cinese. Per la prima volta ci si potè immergere
nel kitsch delle “ricostruzioni etniche”: fece scalpore per
esempio la ricostruzione di un quartiere egiziano moderno,
con annesso ristorante tipico davanti al quale era legato
–fortemente evocatore di atmosfere esotiche- un vero
cammello
Nel 2015
l’Italia, da tempo stretta nella morsa di una crisi divenuta
stagnazione divenuta recessione, affida nuovamente alla
città di Milano la via del rilancio nazionale.
“Expo 2015 rappresenta il cuore delle possibilità di ripresa
per l’Italia. Sarà uno snodo per agganciare una ripresa per
il nostro Paese. Non termina nel 2015, ma deve avere un
futuro” auspicava Enrico Letta, appena eletto primo ministro
di un governo istituzionale cui venivano associate grandi
aspettative in un clima di malcelato scetticismo. E dal
governo della città si ribadiva: “ Milano dovrà diventare
capitale d'Europa: l’Expo non è solo di Milano e della
Lombardia né solo dell'Italia, è la vetrina del mondo e noi
dobbiamo essere in grado di rappresentare tutta l'Europa”.
@nonnoenio
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